Oggi, 20 dicembre, Siracusa vive uno dei momenti più intensi e solenni dell’anno: l’Ottava di Santa Lucia. La città si raccoglie attorno alla sua Patrona per l’ultimo grande atto dei festeggiamenti, in un clima di profonda devozione e partecipazione popolare.
Il simulacro argenteo di Santa Lucia lascia la Basilica di Santa Lucia al Sepolcro, nel quartiere Borgata, per fare ritorno in processione verso la Cattedrale di Siracusa, nel cuore di Ortigia. È un percorso lungo e carico di significato, seguito passo dopo passo da migliaia di fedeli che affollano le strade, accompagnando la santa con preghiere, canti e ceri accesi.
I protagonisti della giornata sono i portatori, che indossano le tradizionali tuniche verdi e sostengono a spalla il pesante simulacro. Il loro passo è cadenzato e deciso, scandito dall’antico grido «Sarausana è!», che risuona lungo il tragitto come un richiamo all’identità e all’unità della città. Ogni invocazione è accolta da applausi e commozione.
Il simulacro seicentesco avanza lentamente tra ali di folla. I volti dei fedeli esprimono emozione, gratitudine, speranza. Molti seguono la processione in silenzio, altri pregano, altri ancora rinnovano un voto o una promessa. La devozione per Santa Lucia si manifesta in gesti semplici e profondi, tramandati da generazioni.
L’Ottava conclude una settimana di celebrazioni iniziate il 13 dicembre, quando la santa è uscita dalla Cattedrale per raggiungere il luogo del martirio e della sepoltura, accanto alle Catacombe di Santa Lucia. Oggi il rientro segna la chiusura del cerchio spirituale che unisce Ortigia alla Borgata, il cuore della città al suo quartiere più popolare.
Con il ritorno del simulacro in Cattedrale, Siracusa saluta Santa Lucia, rinnova il suo legame con lei. La Patrona resta luce, protezione e guida, presenza viva nella fede quotidiana dei siracusani, simbolo eterno di una devozione che continua a camminare, oggi come da secoli, insieme alla sua città.







